Passa la felicità

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Ci avete mai pensato a quanto è facile farsi contagiare dal dolore e dalle emozioni/pensieri negativi?

Perché non farci contagiare anche dalla felicità? 

Anne Givaudan descriveva il fenomeno del “contagio” attraverso il concetto di egregore, forme pensiero collettive create dal pensiero di molti individui: quando i loro pensieri, i loro desideri che vanno tutti nella medesima direzione. Possiamo semplificare come immaginandole come un enorme nuvola sopra le nostre teste alle quali ci agganciamo quando proviamo il sentimento relativo: ad esempio ci arrabbiamo e ci colleghiamo all’egregora della rabbia e la nutriamo. Nello stesso tempo se in noi risuona quella corda, veniamo agganciati e tutto si amplifica.

Se è facile contagiarci con i pensieri negativi, è  possibile farlo anche con le emozioni positive. Forse meno facile perché bisogna superare le barriere dell’attaccamento alla sofferenza, l’abitudine alla lamentela e la paura di uscire dalla zona di comfort, ma è possibile!

E così è facile contagiarsi, basta vedere un immagine, un film, ascoltare una canzone o delle notizie che vibrano con le egregore a cui siamo agganciati e tutto si riaccende in noi. Questo crea quella particolare sensibilità che ci fa perdere o aumentare energia.

Contagiamoci di felicità!

Per farlo è neimgrescessario essere felici prima di tutto noi.

Questa è una Regola, dire una Super Regola di vita: per aiutare gli altri devi prima stare bene tu.

E questo comporta Responsabilità. Si, hai capito bene. E’ necessario assumersi la responsabilità di quello che vediamo, ascoltiamo e di cui ci nutriamo emozionalmente.

Io ad esempio quando necessito della mia “Dose quotidiana di felicità” e non posso ridere e giocare con il mio compagno, uso i film e i telefilm.

Mi piazzo sul mio bel divano, mi isolo dal mondo,  scelgo attentamente cosa guardare e mi lascio trasportare… Scelgo film pieni d’amore o telefilm che mi fanno ridere. E alla terza risata il gioco è fatto.

[bctt tweet=”Lasciati contagiare e passa la felicità!”]

E’ importante che tu scelga con attenzione da chi e cosa lasciarti contagiare. E nello stesso tempo che tu scelga le parole, i racconti e le emozioni con cui contagiare gli altri. Si, perché se passi le giornate a raccontare le cose brutte o a lamentarti non vale!

Vuoi ispirarti? Guarda il film Annie, la felicità è contagiosa. Un’orfana dalla vita difficile che non perde occasione per sorridere e prendere la vita e le sue sfide con allegria.

Ti saluto con una delle canzoni che ho amato di più in questo film.  Sotto trovi anche la traduzione.

Tomorrow

il sole sorgerà
domani
puoi scommettere il tuo ultimo dollaro
che domani
ci sarà il sole

il solo pensare a
domani
spazza via le cose brutte
e la tristezza
finché

non ce ne sono più

Quando sono intrappolata in un giorno
grigio
e solitario
mi basta spingere il mento in fuori
e sorridere
e dire
oh!

il sole sorgerà
domani
quindi devi tenere duro fino a domani
sia quel che sia
domani! domani!
ti voglio bene, domani!
sei sempre
ad un giorno
di distanza!

Gli uomini e le donne non esistono, esistono le persone!

 

Mi ritrovo a preparare una lezione sul tema della diversità e iniziando a scrivere, da subito mi accorgo che la prima differenza in cui m’imbatto è quella di genere: maschile o femminile.

Prima ancora della nazionalità, della lingua, del colore della pelle o degli occhi siamo diversi perché sono diversi i corpi in cui viviamo e ci muoviamo nel mondo.

Qualcosa però non mi torna. E i pensieri continuano a srotolarsi seguendo un filo che passa dalle caratteristiche che contraddistinguono gli aspetti psicologici e morfologici dei due generi alle modalità di relazione e interazione tra loro.

In modo automatico finisco a osservare il rapporto tra l’uomo e la donna: le difficoltà, le potenzialità, le crisi e le risorse.

Partendo dalla prima coppia della mia personale storia che non è Adamo ed Eva, ma Mamma e Papà, ripercorro con la memoria il mio modo di relazionarmi con l’altra metà della mela: gli uomini.

Sul lavoro, nella vita sociale e in quella privata come mi relaziono con loro ?
Li ascolto? Li vedo ?
Comunico? Creo relazioni diverse e sane oppure distruttive e poco chiare?
Ri-propongo il comportamento appreso guardando mamma e papà o mi muovo verso qualcosa di diverso?
Li vedo gli uomini? Li allontano o li accolgo?

Insomma sono letteralmente invasa da un milione di domande diverse ma ancora qualcosa non mi torna…

Dentro di me, sento una”voce” lontana che chiama è qualcosa di familiare eppure poco conosciuto, come un parente distante.

Ed ecco che mentre ascolto questa eco, improvvisa mi arriva l’intuizione. Una lampadina si accende.
Certo!

Anche se sono di genere femminile, dentro di me c’è una parte maschile: il mio cromosoma “Y” quel pacchetto di geni presi da papà grazie ai quali sono venuta al mondo. Il suo 50%. Che sommato al 50% della mia mamma, fanno l’intero che sono io: una persona di genere femminile.

Ed ecco che la differenza sta tutta qui, in questo 100% che mi compone. Sono un intero, una persona.

E come persona ho : bisogni, paure, desideri. Molti dei quali comuni a ogni essere umano.
Nel mio 100% risiede tutto il lato umano che mi rende uguale agli altri. E al contempo tutto ciò che mi rende diversa, ma questo è la mia storia, nel senso più letterale del termine.

Nel 100% siamo uguali, siamo nel territorio comune, siamo esseri umani. Il resto, le differenze, nasce nell’incontrare il mondo e nel fare esperienza di esso

[bctt tweet=”Nel 100% siamo uguali, siamo nel territorio comune, siamo esseri umani. Il resto, le differenze, nasce nell’incontrare il mondo e nel fare esperienza di esso”].

Nel 100% c’è tutto quanto. E ho spazio per esplorare bene le differenze perché parto da un campo base ben segnalato.

E ora voglio provare a vivere partendo da qui e a guardare gli altri da questa prospettiva. Voglio vivere non più solo da donna (cosa tra l’altro per fortuna ben identificabile) ma da persona. E voglio incontrare e conoscere gli altri dalla stessa attitudine.

Ed ecco che così facendo mi trovo in un attimo oltre i luoghi comuni, oltre alle attese culturali, e mi posso permettere di vivere appieno la bellezza di incontrare un uomo che piange per un’emozione e la forza diversa di quest’attitudine.
E posso vedere la persona che ho di fronte, non quello che dovrebbe essere o che mi aspetto da lui.

Così il mondo delle idee crolla e rimane la Vita con la sua forza e la sua pienezza.

[bctt tweet=”Incontrando gli altri come persone posso vedere chi ho di fronte e non quello che mi aspetto da lui. Cristina Garavaglia”]

Ah, dimenticavo di scrivere che la lezione che stavo preparando è quella per l’appuntamento delle Costellazioni Sistemiche di Be Inspired di Martedì 1 Marzo dove io e Simona vi aspettiamo per approfondire ancora di più l’argomento, facciamolo insieme !

Cristina

Le Donne Diamante: Sara Daniele

LE INTERVISTE

Oggi inauguriamo una nuova rubrica: le interviste delle donne diamante.

In questo mondo pazzerello c’è bisogno di esempi positivi, donne che possano con le loro esperienze ispirare e il loro modo di essere ispirare il cambiamento. Sento l’esigenza di dare spazio a quelle donne che vivono secondo i valori della Filosofia del Diamante, che riescono a portare valore nella loro vita e a realizzare i loro sogni.

La prima, tra queste donne che ti voglio presentare, è SARA DANIELE.

Conosciuta via Facebook anni fa, l’ho sempre seguita con piacere. Di lei ho apprezzato la schiettezza, la capacità di parlare senza mezzi termini andando dritto al cuore e senza mai risultare noiosa. Potrei definirla AUTENTICA. Qualità indispensabile per una blogger, un’organizzatrice eventi e soprattutto Donna Diamante.

Ciao Sara, ci racconti un po’ di te. Come ti definisci?

SaraDanieleCiao Simona, prima di tutto grazie per questa intervista. Definirmi per me è sempre complicato, non sono mai riuscita ad etichettarmi. Sono una persona dinamica, determinata, curiosa e molto ottimista. Ho mille interessi e amo stare a contatto con la gente, per questo motivo ho scelto la strada dell’organizzazione eventi e del blogging.

Che ruolo ha la meditazione e la crescita personale nella tua vita?

Mi sono avvicinata alla meditazione nel 2014, anche se mi aveva sempre affascinato. Essendo molto razionale non credevo che riuscisse a coinvolgermi così tanto, oggi non potrei più farne a meno. La crescita personale è un punto fondamentale per me, sono in continua evoluzione e ho sempre voglia di scoprire ed imparare cose nuove.

Cosa ti ha spinto nel 2013 a dare vita a Emotionally?

Ho sempre avuto un blog da quando sono entrata a far parte del mondo virtuale, anche perché ho sempre amato scrivere e comunicare. Nel 2013 ho deciso di rendere Emotionally un blog più costante e professionale per avere un luogo in cui poter racchiudere tutte le mie passioni e poter aver così modo di confrontarmi con chi mi leggesse, ma anche con chi volesse conoscermi di più personalmente e a livello lavorativo.

Quali sono i tuoi progetti per questo 2016?

Io ho sempre mille progetti e a volte non riesco neanche a stare dietro alle mie idee. Per questo 2016 ho deciso di focalizzarmi di più su due mie passioni: i libri e i viaggi. Mi piacerebbe poter creare progetti ed eventi che accomunino questi due mondi.

Sei una donna dalle tante passioni e questo si vede nel tuo blog che sprizza energia in ogni parola e ogni articolo. E’ questo il tuo ingrediente segreto?

Non ho un ingrediente segreto in realtà, anche perché avere tante passioni può essere un’arma a doppio taglio: se da un lato ti permette di raggiungere un pubblico più ampio, dall’altro non ti rende riconoscibile subito in un ambito specifico e questo a volte risulta dispersivo.

Cerco di trasmettere la passione e l’amore di tutto ciò che faccio e spero che questo arrivi a chi si ferma a leggermi.

Sei sicuramente una donna protagonista della propria vita. Che consiglio potresti dare alle donne che voglio riappropriarsi del proprio potere creativo?

Il consiglio per essere protagonisti della propria vita che do a chiunque me lo chieda è di imparare prima di tutto a conoscere se stessi, i propri pregi e i propri difetti e di provare a trovare un equilibrio. So che non è facile e che spesso l’equilibrio vacilla, ma solo conoscendosi bene e sapendo esattamente cosa si vuole e cosa no, si possono perseguire i propri sogni e i propri obiettivi, senza riuscire a non mollare mai.

E alle donne che vorrebbero fare la tua professione con successo? (Sia di eventi che blogger)

Sono entrambi due campi molto difficili, ma le cose più importanti sono studiare ed aggiornarsi continuamente e crederci. Sia l’organizzazione eventi che il blogging non si possono improvvisare, se si vuole arrivare a farsi conoscere.

La tua passione più grande e perché?

La mia passione più grande è viaggiare, perché ho sempre viaggiato fin da piccolissima e ogni viaggio mi ha insegnato qualcosa, ha aperto i miei orizzonti mentali e mi ha regalato momenti indimenticabili che sono stati importanti per la mia crescita personale.

Il tuo libro “diamante” e perché?

Questa è una domanda difficile per chi legge tantissimo come me ed ama perdersi tra le pagine, ma credo che il mio libro “diamante” sia stato Shantaram (Le tavole d’oro) di Gregory David Roberts, perché quando l’ho letto è riuscito a farmi fare riflessioni che mi hanno cambiata e hanno cambiato la mia visione della vita e dei rapporti personali in meglio.

Il tuo film “diamante” e perché?

Anche questa è una domanda difficilissima, ma se dovessi sceglierne uno sicuramente ti direi “Cloud Atlas”. Mi fu consigliato da una mia cara amica e anche in questo caso le riflessioni che sei portato a fare ti insegnano che forse le scelte che facciamo sono importanti e il karma esiste.
Se posso poi nominarne uno un po’ più “leggero”, se così si può definire, sicuramente “Serendipity”, incentrato sulla casualità del destino.

Un messaggio per le donne diamante?

Siate sempre voi stesse, coccolatevi, regalatevi dei momenti per voi, non fatevi impedire da nessuno di fare ciò che desiderate, cercate il lato positivo in ogni avvenimento e sorridete, perché

[bctt tweet=”Essere donne non è sempre facile, ma è sicuramente un viaggio bellissimo. Sara Daniele”]

E con questo messaggio potenziante che racchiude praticamente tutto il mondo femminile, ti salutiamo e ti ringraziamo.

Al prossimi appuntamento sul tuo blog Emotionally.eu o sulla pagina di Facebook (Clicca qui)

Essere senz’arte ne parte

di Cristina Garavaglia 

 

 

Quante volte nella vita abbiamo cercato di trovare il nostro mestiere,
la nostra strada, la nostra posizione, la nostra forza e anche il nostro valore?

Può essere un tema che caratterizza la nostra esistenza oppure può essersi trattato solo di particolari momenti come tappe di crescita, cambi di lavoro, nuove relazioni, la nascita di un figlio.

Ma forse ci è capitato e ci sta capitando proprio ora.

E come possiamo orientarci per trovare al meglio la direzione da seguire? A quale forza possiamo attingere ? E quale risorsa possiamo usare?

Un ‘interessante punto di vista ci viene attraverso lo “sguardo” delle costellazioni familiari.

Secondo Bert Hellinger, uno dei padri fondatori di questa tecnica e senza dubbio il più conosciuto, il nostro modo di muoverci nella vita e quindi come rispondiamo alle sue sfide ed alle sue opportunità ci viene dal Padre.

[bctt tweet=”E’ il Padre che prende il figlio dalla Madre e lo espone al mondo. Bert Hellinger “]

Lo conduce nel territorio, lo educa al rispetto delle regole, gli da degli incarichi, dei compiti e gli insegna un mestiere nel senso che gli insegna a fare le cose.

Ed è attraverso questo incontro che il figlio diventa l’erede: apprende e prende dal padre qualcosa che poi utilizzerà e metterà in pratica nella sua vita.

Se guardiamo alle tradizioni ed ai proverbi popolari scopriamo un modo di dire che ci fornisce un ulteriore spunto di riflessione:

Essere senz’ arte né parte

Dal dizionario Hoepli:

  • : non avere né un mestiere né un patrimonio ereditato, quindi non avere una posizione e non sapere fare nulla.
  • La parte è qui citata nel duplice significato di ruolo ricoperto in un’opera teatrale, quindi in senso lato nella vita, e di porzione di eredità. 

E’ qui che possiamo trovare una leva e un cambio di prospettiva. 

E se ci mettessimo a guardare a nostro Padre? Se ci permettessimo di onorarlo e di esserne eredi, cosa succederebbe se provassimo questa posizione e iniziassimo ad agire da lì, dal sentirci figli e figli del Padre?

A trovare in noi le cose che ci ha insegnato?

Come sarebbero le nostre azioni ? 

Proviamoci e mettiamoci alla ricerca del Padre.

Ricordando con umiltà che

[bctt tweet=”A volte cerchiamo qualcosa che non troviamo ma nella ricerca troviamo mille altre cose che non cercavamo . “]

Si potrebbe così riuscire a vedere la ricchezza di queste opportunità trovate e dimenticare lo sguardo accanito e abitudinario posato sulla macanza di ciò che non c’era.

Ci potremmo sorprendere..

A volte si cercava affetto e si è trovato praticità, si cercava sollievo e si è trovato forza, si cercava ribellione e si è trovato integrità, efficienza, valore e chissà che altro …

Raccogliamo quello che troviamo con onore e diventiamone eredi: proviamo cioè ad usare quanto appreso, all’occorenza, nei diversi contesti della vita.

E’ così che si incontra il padre, lo troviamo nel lato umano che stà al di là degli idoli e dei demoni.