C’era una volta un nonno, una bimba, un vecchio scrittoio di legno scuro e un fermacarte a forma di diamante.
Normalmente lo scrittoio era chiuso, ma quando mio nonno lo apriva a me sembrava si aprisse un forziere del tesoro.
Saltavo sulle sue gambe e passavamo ore intenti ad esplorare. Lui le sue carte colme di numeri e segni per me incomprensibili, io tutti gli oggetti che potevo trovare.
Quello che più di tutti attirava la mia attenzione era il diamante. Un fermacarte di vetro che rifletteva i raggi del sole creando stupendi arcobaleni.
Ne ero letteralmente affascinata, passavo ore incantata a guardarlo. Amavo quel diamante al punto che mio nonno mi promise che quella sarebbe stata la mia eredità.
Non potevo di certo sapere che quelle parole avrebbero cambiato la mia vita.
Avevo solo 10 anni quando lo ereditai. Il dolore e la rabbia furono immensi.
Mio nonno era la mia forza, la mia sicurezza. Da quel momento nessuno più si sedette a quello scrittoio che divenne solo un pezzo di arredamento in casa di nonna.
Sentivo che mi era stato tolto tanto, troppo presto.
Crescendo, passando da un trasloco all’altro, “persi di vista” il mio diamante.
Pensavo di averlo perso per sempre, così come avevo perso mio nonno.
L’incanto della vita.
Hai presente quei momenti in cui senti nel profondo che è necessario, quasi vitale un cambiamento, ma non sai proprio come muoverti?
Quando la paura o il dolore ti impediscono di compiere quelle scelte che trasformerebbero la tua vita?
Volevo assolutamente cambiare lavoro, c’era la crisi e tutti intorno a me mi dicevano che ero pazza a lasciare un lavoro certo per l’incerto.
Nelle ore che passavo in ufficio non mi riconoscevo, gli altri mi rimandavano un’immagine di me che non mi corrispondeva.
E ciò che più importa è che mi rendevo conto che ci mettevo del mio.
Per la maggior parte del tempo ero profondamente infelice. Ritrovavo la gioia e la vitalità solo quando, la sera o nel fine settimana, lavoravo come formatrice olistica e counselor.
La paura di cambiare è bastarda, ma un giorno raccolsi tutto il mio coraggio e mi licenziai per dedicarmi a ciò che mi rendeva davvero felice.
Quel momento di coraggio, però, non bastò a dissipare la paura.
Fu lì che l’incanto della vita si manifestò.
Quando chiedi l’Universo risponde
Ogni volta che ripenso a quel momento mi emoziono. La paura era forte e il vociare interiore era particolarmente intenso.
Avevo fatto la scelta giusta? O sarei finita sotto un ponte?
Nel mio sistema familiare c’erano storie di fallimenti professionali, stavo ripetendo lo stesso schema? Chiesi aiuto all’Universo e lui rispose.
💎 Quel giorno ritrovai il diamante di mio nonno. 💎
È stato come sedermi nuovamente sulle sue ginocchia e sentire che tutto sarebbe andato bene. Ho respirato, ho pianto, ho alzato lo sguardo e sono andata avanti.
Quell’unica scelta allineata alla mia anima, ha messo in moto tutta la meraviglia di cui godo oggi.
Ho imparato che…
Avevo ereditato alcune dinamiche comportamentali ed energetiche limitanti, ma nella mia famiglia ci sono anche tante risorse che sicuramente ho dentro di me.
C’è chi ha fallito, ma ci sono anche antenati di grande successo come i miei nonni che dopo la guerra in posti diversi hanno costruito la loro storia. Ed è su quelle che dovevo puntare e sviluppare.
Quel diamante era sparito da anni e al momento giusto è ricomparso.
🌟 L’avevo nascosto,
esattamente come ho nascosto le risorse positive che mi servivano,
per dare spazio alle paure.🌟
Era arrivato il momento di cambiare modo di vivermi.
E così è nata la Filosofia del Diamante.
Quel diamante ogni giorno mi da il coraggio e l’ispirazione di cercare quella luce che brilla dentro ognuno di noi.
L’ho scelto come simbolo perché mi ricorda costantemente la mia missione:
Forse come ho fatto io, ogni tanto lo perdi di vista, ti dimentichi di averlo o ti chiedi chissà dov’è… ma lui c’è, pronto a saltare fuori al momento giusto.
Io lo vedo ogni volta che ti guardo negli occhi.
Ogni volta che, lavorando insieme, incontro la tua anima.